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A sud del Sahara

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Einleitung

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L’Africa subsahariana comprende 49 Stati con una marcata diversità culturale, linguistica e geografica. Ciò richiede una cooperazione internazionale che si adatti al contesto e che sia in grado di adeguarsi alle mutevoli circostanze.
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La regione è ricca di risorse naturali e ha una popolazione molto giovane, che rappresenta un potenziale. Nel 2050 la metà degli abitanti della regione avrà meno di 25 anni.


Con una delle più grandi zone di libero scambio del mondo in fase di realizzazione e un mercato che comprende oltre 1 miliardo di persone, la regione ha l’opportunità di svilupparsi ulteriormente dal punto di vista economico.
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Tuttavia, le sfide da affrontare sono notevoli. Gli effetti del cambiamento climatico pregiudicano la sicurezza alimentare e i mezzi di sussistenza. Inoltre, i conflitti armati minacciano la vita di molte persone.               
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La Strategia di cooperazione internazionale 2021-2024 si concentra su quattro focus tematici: occupazione, migrazione, cambiamenti climatici e Stato di diritto. Poiché questi ambiti sono collegati tra loro, la Svizzera attua progetti globali e intertematici a livello bilaterale e regionale.


La Svizzera si adopera per garantire il rispetto dei principi umanitari e del diritto internazionale, motivo per cui l’aiuto umanitario è uno strumento imprescindibile della sua politica estera.

L’interazione (nexus) tra aiuto umanitario, cooperazione allo sviluppo e promozione della pace è cruciale nei contesti caratterizzati da crisi prolungate.
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Africa orientale e australe

La Svizzera attua programmi di cooperazione allo sviluppo in Mozambico, in Tanzania e nella regione dei Grandi Laghi (Ruanda, Burundi, Repubblica democratica del Congo), come pure in Zimbabwe e Zambia. Presta inoltre aiuto umanitario in tutta la regione.


La Svizzera si impegna per promuovere la salute, lo sviluppo rurale e del settore privato, l’occupazione, la sicurezza alimentare e il buongoverno. Nelle sue attività tiene conto del rischio climatico e adotta misure di riduzione dei rischi e di adattamento ai cambiamenti climatici.
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Africa occidentale

Nell’Africa occidentale la Svizzera è impegnata in Benin, Burkina Faso, Mali e Niger e gestisce programmi per tutta la regione. Presta inoltre aiuto umanitario in relazione al conflitto nella regione del Lago Ciad (focus Nigeria).


Nell’Africa occidentale la Svizzera è attiva nei settori della governance locale, della prevenzione dei conflitti, della promozione dei diritti umani, della sicurezza alimentare, della creazione di posti di lavoro e di reddito come pure dell’istruzione di base e della formazione professionale, compresa l’educazione in situazioni di emergenza.

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Corno e Africa centrale

La Svizzera è impegnata nel Corno d’Africa. Presta particolare attenzione al contesto somalo e porta avanti un programma in Ciad. Inoltre, attua programmi umanitari (integrati da iniziative di sviluppo) in Sudan, Sudan del Sud, Africa centrale, Repubblica centrafricana e Camerun e realizza progetti in Eritrea.

Nel Corno d’Africa, la Svizzera è attiva in diversi settori, tra cui il rafforzamento della fiducia nelle istituzioni pubbliche e della capacità di resistenza agli effetti delle catastrofi naturali, la protezione degli sfollati e della popolazione civile nei conflitti armati, la sicurezza alimentare, la salute e l’accesso all’acqua e ai servizi igienico-sanitari.
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Programmi regionali




La Svizzera attua programmi regionali e azioni mirate a medio termine che riguardano diversi Paesi. In tal modo sfrutta le dinamiche transfrontaliere, sperimenta nuovi approcci e collabora con organizzazioni regionali.
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Mali

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Gruppi armati attaccano i civili, bloccano i villaggi e distruggono i raccolti: il deterioramento della situazione della sicurezza in Mali ha costretto centinaia di migliaia di persone a spostarsi all’interno del Paese abbandonando campi e bestiame.

In Mali, più di sette milioni di persone dipendono dall’assistenza umanitaria. Il 70% dei generi alimentari disponibili è d’importazione. Le regioni di Mopti, al centro, e di Timbuctù, nel Nord del Paese sono particolarmente colpite dall’insicurezza alimentare e la carestia rappresenta quindi un rischio concreto.
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In collaborazione con le organizzazioni umanitarie Azione contro la fame Spagna e International Rescue Committee, nel 2022 la Svizzera ha avviato il RIAP, un progetto di risposta all’insicurezza alimentare e nutrizionale che integra il concetto di protezione. Dotato di un budget di CHF 2.8 milioni, si concentra sulle regioni di Mopti e Timbuctù. Il RIAP è stato progettato in base a un approccio incentrato sull’idea di nexus, che riunisce interventi umanitari e di sviluppo in contesti di conflitto.
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Tra le misure di risposta alle emergenze, il RIAP prevede un’assistenza alimentare mirata sotto forma di trasferimenti di denaro nei periodi di transizione tra i raccolti, ossia tra giugno e novembre. In questo lasso di tempo la crisi alimentare minaccia i villaggi poiché le riserve dell’anno precedente sono esaurite e i nuovi raccolti non sono ancora pronti per la mietitura.

Grazie a questi provvedimenti, i beneficiari possono acquistare sementi, concimi e pesticidi, fare scorte di cibo e foraggio, e continuare a dedicarsi alle loro attività.  


 
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Mossa è stato aiutato a creare un orto familiare: «Tutti i giorni raccolgo cavoli, pomodori, peperoni, patate, carote e melanzane». Quando il raccolto è buono, condivide i prodotti con i vicini.
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Nell’ambito del RIAP, la Svizzera si impegna affinché la popolazione possa utilizzare i terreni agricoli e pastorali senza essere esposta a soprusi. Il progetto contribuisce quindi anche a ridurre i rischi e a promuovere un ambiente sicuro.

Vengono inoltre intrapresi interventi di advocacy per mitigare l’impatto del conflitto sui civili, mobilitando i leader religiosi o delle comunità vicini ai gruppi armati.
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Ad oggi, il RIAP ha permesso di soddisfare i bisogni alimentari e nutrizionali di oltre 30’000 persone.


Grazie a un sistema di diagnosi precoce, i bambini malnutriti vengono presi in cura tempestivamente. Anche le donne incinte e che allattano sono monitorate sul piano nutrizionale. Inoltre, un innovativo sistema di controllo tramite immagini satellitari e il monitoraggio dell’agricoltura consentono di raccogliere e analizzare dati sulla situazione alimentare e sugli spostamenti della popolazione, e di comunicarli alle autorità responsabili.

Ulteriori informazioni:

DSC – Mali

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Sud Sudan

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Sin dalla sua indipendenza, il Sudan del Sud è uno Stato fragile, teatro di conflitti armati e crisi umanitarie.


Violenza, mancanza di cibo, condizioni climatiche estreme come inondazioni e siccità rendono difficile la vita quotidiana della popolazione.
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La popolazione, soprattutto le donne e i giovani, è esposta a numerosi rischi. Sfollamenti forzati, violenza di genere e reclutamenti forzati sono all’ordine del giorno.


Difficilmente le istituzioni nazionali sono in grado di proteggere la popolazione o di garantire servizi di base urgenti come l’istruzione, l’assistenza sanitaria e l’accesso all’acqua potabile, come pure la protezione legale.
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La Svizzera promuove un approccio integrale, in collaborazione con l’ONG internazionale Nonviolent Peaceforce, per garantire la protezione e la pace a livello locale e per affrontare gli effetti immediati del conflitto violento in corso e le sue cause strutturali, nonché per creare una società coesa, sicura ed equa.
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Il progetto promuove la formazione e il rafforzamento dei team di protezione delle donne, affinché assumano un ruolo di primo piano nel garantire protezione e pace nelle loro comunità.

Le persone a rischio di violenza sono protette da pattuglie e scorte di protezione. Le vittime di violenza sessuale e di genere vengono accompagnate presso appositi servizi di supporto.
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I dialoghi di pace riducono le tensioni all’interno delle comunità e tra queste ultime. La formazione serve a promuovere la coesione sociale, la capacità di far fronte alle situazioni e la riduzione della violenza

Sistemi di allarme precoce allertano la popolazione e la proteggono da ulteriori atti di violenza.
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Il progetto è rivolto a oltre 30’000 persone, tra cui donne e ragazze, in particolare madri single, vedove, donne in gravidanza e in allattamento, madri bambine, anziani e bambini, come pure giovani in generale, soprattutto quelli di sesso maschile che rischiano di essere reclutati da bande e gruppi armati.

Ulteriori informazioni:

DSC – Fragilità, conflitti e diritti umani



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Burkina Faso



Il Burkina Faso dispone di un grande potenziale in termini di prodotti forestali non legnosi (PFNL o NWFP, dall’inglese Non-Wood Forest Products), che contribuiscono a garantire la sicurezza alimentare della popolazione. Tuttavia, nonostante questo potenziale, la maggior parte delle famiglie rurali e delle imprese comunitarie nel settore dei prodotti forestali non legnosi genera poco valore aggiunto.
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La situazione alimentare rimane allarmante a causa del deficit nutrizionale e dei bassi redditi delle famiglie vulnerabili. Inoltre, i mezzi di sussistenza sono ulteriormente indeboliti dal deterioramento della situazione della sicurezza, che causa ampi spostamenti nella popolazione.


Il reinsediamento degli sfollati interni nelle comunità ospitanti comporta problemi socioeconomici e ambientali. Inoltre, i cambiamenti climatici contribuiscono ad aggravare la situazione, causando la riduzione delle popolazioni di specie vegetali come il tamarindo e il baobab.
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In collaborazione con l’ONG Tree Aid, la Svizzera promuove l’uso e lo sfruttamento sostenibile dei prodotti forestali non legnosi.


Vengono creati orti e alle persone viene insegnato a coltivare e curare gli alberi di moringa e baobab. Ciò contribuisce a migliorare la loro resilienza agli shock climatici e ai problemi di sicurezza attraverso sistemi di produzione alimentare diversificati e sostenibili.
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Alberi come la moringa sono estremamente resistenti alla siccità e sono adatti al consumo dopo soli tre mesi. Quasi tutte le parti della moringa sono commestibili, dalle foglie alle radici.


Infatti, 100 g di foglie di moringa contengono le stesse proteine di un uovo, il calcio di un bicchiere di latte, il ferro di una bistecca di manzo di 200 g, la vitamina A di una carota e la vitamina C di un’arancia.
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La produzione in eccesso viene commercializzata dalle donne, a cui viene impartita una formazione per lavorare le foglie e occuparsi delle vendite. Queste ricevono commesse da comunità e ONG umanitarie, per esempio per rifornire le mense scolastiche e confezionare pacchetti nutrizionali (biscotti a base di moringa) per i figli di sfollati interni e le donne incinte.
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L’acquisizione di nuove competenze nella produzione e nella lavorazione delle foglie di moringa e di baobab come fonte di reddito e di alimentazione ha facilitato il reinserimento socioeconomico di quasi 33’000 persone. Circa 14’600 persone (di cui il 71% donne) svolgono ora un’attività autonoma.

Ulteriori informazioni:

DSC – Burkina Faso

Tree Aid – Growing Food and Incomes

Tree Aid – Super Trees
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Benin

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In Benin si parlano più di 53 lingue e una percentuale molto alta della popolazione è costituita da bambini e giovani, il che comporta notevoli sfide per il sistema educativo nazionale.

Nonostante i notevoli progressi compiuti nel settore dell’istruzione, il Paese non ha ancora raggiunto gli obiettivi nazionali in questo ambito. Il 28% dei bambini e dei giovani tra i 5 e i 24 anni non ha mai frequentato la scuola, mentre il 10% l’ha abbandonata senza aver raggiunto gli standard minimi in lettura, scrittura e matematica.
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Attingendo alle proprie competenze in materia di alfabetizzazione e multilinguismo, la Svizzera, con la partecipazione di esperti beniniani, ha sviluppato un modello di educazione bilingue alternativo, adattato alle esigenze dei bambini e dei ragazzi di età compresa tra i 9 e i 15 anni.
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Il programma si rivolge in particolare alle bambine, ai bambini e alle bambine in affidamento e talibé – che vengono educati nelle scuole coraniche e spesso vivono lontani dai genitori – come pure ai bambini e alle bambine con esigenze speciali o disabilità e nomadi.

Dal 2011 al 2021 sono stati istituiti 98 centri di istruzione alternativi, chiamati centri Barka. In quattro anni, il tasso di abbandono scolastico delle ragazze si è ridotto dal 13 al 6%. I programmi di educazione e sensibilizzazione alla salute sessuale e riproduttiva hanno portato a una diminuzione delle gravidanze tra le ragazze e le giovani donne.
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Dopo quattro anni di scuola, i bambini dei centri Barka hanno la possibilità di passare alla scuola secondaria o di iniziare una formazione professionale. Sebbene il progetto sia stato accolto molto favorevolmente da tutte le parti coinvolte, solo 10’000 bambini hanno completato l’istruzione.

Il Benin ha l’obiettivo di promuovere la formazione professionale duale e di coinvolgere sempre di più il settore privato nell’istruzione. Da un lato, il programma rafforzerà ulteriormente le alternative educative nelle regioni già coperte, dall’altro verrà ampliato ancora di più in collaborazione con il Governo e con le comunità locali per fare in modo che un maggior numero di bambini vada a scuola.


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«I bambini del PAEFE hanno maggiori possibilità rispetto a quelli del sistema convenzionale, perché iniziano con la lingua madre e passano al francese. Sarebbe fantastico se la scuola formale potesse fare lo stesso per dare agli studenti maggiori opportunità.»: Dolorès DJESSOUHO, animatrice nell’ambito del programma PAEFE (Programme d’Appui à l’Education et à la Formation des Enfants Exclus du Système Educatif) a N’Dali

Ulteriori informazioni:

DSC – Benin

Youtube – Coopération Suisse au Bénin


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Tanzania

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Nel 2000 il Governo tanzaniano ha istituito il «Tanzania Social Action Fund» (TASAF), un meccanismo di sicurezza sociale volto a ridurre la povertà estrema e a tutelare le persone dal ritorno a situazioni di indigenza. Gli strumenti chiave di cui si avvale sono i trasferimenti di denaro contante, le opere pubbliche e l’ottimizzazione dei mezzi di sostentamento. Il contributo svizzero a favore del TASAF consente di venire in aiuto all’incirca a 100’000 beneficiari.








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Il TASAF contribuisce a migliorare le basi vitali e a incrementare il reddito familiare, i risparmi, il patrimonio e gli investimenti delle comunità. Nelle aree più remote promuove inoltre lo sviluppo delle infrastrutture (p. es. nei settori della salute, dell’istruzione e della gestione delle risorse idriche) nel quadro del suo programma di opere pubbliche.
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Il programma introduce soluzioni di pagamento elettroniche nel Paese.

Sempre più spesso i fondi condizionati, per esempio per l’istruzione minorile, vengono versati elettronicamente sui portafogli o i conti bancari digitali dei beneficiari.

Oltre a gestire le sovvenzioni, il programma monitora la salute e la scolarizzazione nelle famiglie beneficiarie, rendendole autonome e migliorando il livello di istruzione. Invece di lavorare, i bambini possono così andare a scuola. Il tasso d’iscrizione nelle scuole è passato dal 70% al 79% e il lavoro minorile è diminuito in media di 19 ore settimanali
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L’obiettivo è migliorare le basi vitali delle persone e aiutarle a emanciparsi economicamente. Vengono promossi l’accesso a servizi finanziari e lo sviluppo delle piccole imprese.

Appositi gruppi di sostegno aiutano le persone a coprire le spese quotidiane e a gestire le loro imprese. Finora sono stati coinvolti più di 30’000 gruppi di risparmio con oltre 400’000 membri. Hanno anche luogo formazioni e coaching aziendali.

La Svizzera sostiene 200 persone nei consigli distrettuali di Kilosa, Misungwi, Singida e Pemba. Sulla base delle esperienze maturate, il progetto sarà esteso ad altri distretti.





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Nel biennio 2021-2022 più di 1.3 milioni di nuclei familiari (composti per il 55.7% da donne) hanno beneficiato del programma. Quest’ultimo contribuisce in modo significativo a dare una voce alle donne per quanto riguarda l’impiego del reddito e le questioni legate alla salute e all’istruzione di bambini e bambine.
Il versamento di una rendita d’invalidità, da poco introdotta, ha interessato circa 100’000 nuclei familiari.
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Dal lancio del programma, il tasso di risparmio delle famiglie è cresciuto quasi del 4% e il numero di persone che esercitano un’attività professionale indipendente al di fuori del settore agricolo è aumentato del 4.3%.

Ulteriori informazioni:

DSC – Tanzania

DSC – TASAF
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Mozambico

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La Svizzera promuove l’accesso a servizi idrici, fognari e igienico-sanitari di qualità e alle infrastrutture sanitarie nella provincia di Niassa. Questo migliora le condizioni di salute della popolazione rurale.

Oltre 280’000 persone (di cui il 52% donne) hanno beneficiato di un migliore accesso (a meno di 500 metri dalle loro case) all’acqua potabile e 400’000 persone hanno potuto avere a disposizione latrine più adeguate. Il numero di malattie diarroiche tra le donne e i bambini piccoli è diminuito di oltre la metà dal 2017 in poi. Il programma ha ottenuto risultati due volte superiori rispetto all’obiettivo di 22’000 parti sicuri e assistiti da personale qualificato nelle strutture di maternità.
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In tutta la provincia di Niassa le infrastrutture igienico-sanitarie e mediche sono in pessimo stato. Solo circa la metà della popolazione dispone di un accesso sicuro all’acqua potabile e appena un terzo può utilizzare strutture igienico-sanitarie adeguate.

Le scarse condizioni igienico-sanitarie, la mancanza di articoli per l’igiene e un accesso inadeguato ai servizi sanitari rendono la popolazione particolarmente vulnerabile a malattie batteriche come il colera.
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Il progetto segue un approccio decentrato e inclusivo che promuove l’organizzazione locale e la coesione a livello comunale.

Gli organi consultivi locali che si occupano di acqua, rete fognaria e salute, composti per metà da donne, gestiscono le relative strutture. Le famiglie partecipano attivamente alla manutenzione e al funzionamento di queste ultime.
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I rappresentanti dei governi locali partecipano al dialogo per rispondere meglio alle esigenze locali e per assegnare le risorse in modo appropriato. I rispettivi distretti sviluppano piani e coinvolgono il settore privato.

Sono state create cooperative artigianali locali per favorire la realizzazione di sistemi sostenibili per la manutenzione delle infrastrutture.
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Il progetto ha un impatto particolarmente positivo su donne e ragazze, che durante il periodo mestruale possono accedere più facilmente a impianti pubblici puliti e al chiuso come pure ai necessari articoli per l’igiene. Grazie al progetto vengono inoltre coinvolte nei processi decisionali.
  


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Ulteriori informazioni sull’impatto positivo del progetto su ragazze e donne:

Interview with Anita Bhatia #1

Interview with Anita Bhatia #2
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Repubblica democratica del Congo

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La Svizzera sostiene con aiuti umanitari la popolazione della provincia del Nord Kivu, una delle più colpite dal conflitto armato e dallo sfollamento forzato, e cerca di creare nuove prospettive per le persone che vivono in quest’area.

Oltre alla costruzione di impianti igienico-sanitari, all’accesso all’acqua potabile e ai trasferimenti di denaro, vengono create opportunità per consentire alle persone di generare un reddito proprio e provvedere al proprio sostentamento.
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Gli aiuti umanitari sono fondamentali per la popolazione del Nord Kivu. La provincia è segnata dalla violenza e molte persone sono state sfollate all’interno del Paese (≈ 2 milioni). Molte persone hanno perso i mezzi di sussistenza e sono quindi ancora più vulnerabili a eventuali altri shock o al deterioramento della situazione.

Per la popolazione locale è molto difficile accedere ai servizi di base come l’istruzione, la sanità e le infrastrutture. A ciò si aggiungono le notevoli difficoltà a raggiungere, con aiuti esterni, la popolazione delle aree interessate. Questo ostacola lo scambio di beni e fa salire alle stelle i prezzi dei beni di prima necessità, se disponibili.
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Per questo la Svizzera costruisce strade e ponti sul posto in modo da facilitare i trasporti. Tre ingegneri svizzeri sono coinvolti in questo processo e sono accompagnati e supportati dall’organizzazione partner HEKS/EPER.

Da un lato, le migliori condizioni di accesso facilitano l’erogazione di aiuti umanitari nella regione e, dall’altro, consentono lo scambio di merci e l’accesso ai mercati. Questo frena l’aumento dei prezzi dei beni e allo stesso tempo stimola il commercio, che può generare reddito.
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La Svizzera migliora l’autonomia alimentare rilanciando e rafforzando la produzione agricola e la pesca. Le famiglie interessate hanno aumentato la produzione di mais. Inoltre, sono state ripristinate le aree di pesca. Questo dà alle persone la possibilità di nutrirsi e di commerciare.
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I posti di lavoro di emergenza e i trasferimenti diretti di denaro offrono inoltre alla popolazione l’opportunità di rifornirsi di beni di prima necessità. La formazione sulle pratiche igieniche e la fornitura di impianti sanitari contribuiscono a ridurre i rischi di malattie e infezioni. Infine, viene promosso l’accesso all’acqua potabile.
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Questo approccio misto, che combina l’aiuto umanitario e la cooperazione allo sviluppo, allevia lo stato di necessità in cui versano le persone interessate e, al contempo, dà loro la possibilità di condurre una vita abbastanza indipendente. Soprattutto per i più giovani, queste prospettive sono molto importanti. In tal modo, per esempio, la Svizzera offre ai giovani un’alternativa all’arruolamento nelle milizie di combattenti.
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Impact Linked Finance Fund

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Per garantire i finanziamenti indispensabili al raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) è necessario un maggiore afflusso di investimenti privati nel Sud globale.

Il progetto «Impact-Linked Financing» subordina il finanziamento delle imprese al loro impatto sociale e ambientale (misurabile), creando così incentivi finanziari per lo sviluppo sostenibile. I fondi pubblici per lo sviluppo attraggono capitali privati attraverso questa soluzione finanziaria innovativa e mostrano un effetto positivo sulla crescita delle singole imprese.
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Insieme alle cosiddette «imprese con una missione sociale», la Svizzera elabora obiettivi e metodi e li finanzia congiuntamente al settore privato. Le imprese in questione presentano un elevato potenziale in termini di impatto positivo sulla società. Offrono prodotti e servizi a prezzi accessibili per i gruppi di popolazione svantaggiati e per le persone appartenenti alle classi medio-basse.

La Svizzera sostiene queste imprese nell’espansione delle loro attività, in modo da aiutare un maggior numero di persone. Finanziando gli investimenti si rendono possibili anche finanziamenti aggiuntivi da parte del settore privato.
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Da un lato, le imprese vengono premiate con bonus limitati nel tempo come incentivo per il raggiungimento di risultati sociali positivi (la condizione è che l’impresa benefici già del sostegno di un investitore privato) e l’ulteriore sicurezza garantita dal finanziamento pubblico attira altro capitale privato.

Dall’altro, nell’ambito del progetto vengono concessi prestiti rimborsabili il cui tasso di interesse viene ridotto in funzione del raggiungimento di risultati sociali positivi prestabiliti.

Video sullo strumento di finanziamento SIINC
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La clinica di maternità Jacaranda riceve premi per un importo massimo di CHF 270’000. Questo importo aiuta le singole imprese a effettuare investimenti di maggiore portata e a curare un maggior numero di pazienti a basso reddito che ricevono un’assistenza insufficiente.

In questo caso, l’aumento dei pazienti assistiti è l’indicatore dell’impatto sociale positivo e rappresenta pertanto un fattore determinante per il pagamento dei premi da parte della Svizzera.
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Più è elevato il numero di pazienti a basso reddito che ricevono un’assistenza di qualità, più la clinica Jacaranda riceve premi, che le consentono di effettuare ulteriori investimenti e di generare un rendimento a lungo termine.

L’effetto leva è di 5.5:1, ossia CHF 1 di denaro pubblico svizzero ha attirato CHF 5.5 di capitale privato.
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Shamba Pride è un distributore keniota di prodotti e servizi agricoli che offre una piattaforma di mercato online-to-offline (DigiShop).

Questa impresa acquista fattori di produzione agricoli (sementi, fertilizzanti ecc.) a prezzi preferenziali dai produttori delle aree urbane e semiurbane e li vende tramite DigiShop nelle zone rurali. In questo modo si aggirano diverse fasi di distribuzione. Ciò consente all’impresa di offrire i propri prodotti a prezzi notevolmente inferiori e di integrarli con una formazione specifica nelle aree rurali.
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I pagamenti dei premi per Shamba Pride ammontano a un massimo di CHF 250’000. Con il denaro ricevuto, l’impresa può aumentare il numero di DigiShop nelle aree scarsamente popolate, aride e semiaride, perseguendo così l’obiettivo sociale dell’impegno svizzero.

Più è elevato il numero delle aree remote che vengono raggiunte dai DigiShop e più sono numerosi i prodotti sostenibili e resistenti al clima che vengono offerti, più ingenti sono i pagamenti che riceve Shamba Pride.

Il capitale privato complessivo attratto è pari a CHF 720’000, che corrispondono a un rapporto di 2.9:1.

Ulteriori informazioni:

DSC – Sviluppo del settore privato e servizi finanziari



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Regional Livestock Programm

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Il Corno d’Africa, che comprende Somalia, Kenya ed Etiopia, è una regione ecologicamente fragile e con comunità pastorali che sono tra le più povere del mondo.








La produzione animale è la principale fonte di sostentamento per quasi 20 milioni di famiglie nelle zone aride della regione e spazia dall’allevamento di bestiame fino alla lavorazione del latte e della carne, alla macellazione e ai servizi di salute animale.
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La regione è colpita da shock ecologici ricorrenti, che vengono aggravati dai cambiamenti climatici. Attualmente si registra una siccità pluriennale senza precedenti che peggiora ulteriormente la situazione alimentare di milioni di persone.

Nel quadro del progetto «Regional Livestock Program», la Svizzera si prefigge di migliorare la resilienza delle comunità pastorali ai cambiamenti climatici, al fine di salvaguardare i mezzi di sussistenza di queste comunità vulnerabili. Il progetto tratta i mercati regionali del bestiame nel Corno d’Africa come un unico sistema interdipendente e sostiene le comunità pastorali lungo i corridoi commerciali transfrontalieri in Somalia, Etiopia e Kenya.
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I corridoi commerciali sono rotte geografiche lungo le quali le persone migrano con i loro animali. Lungo il percorso fruiscono di infrastrutture chiave come punti d’acqua, superfici di pascolo, uffici commerciali governativi, sistemi di sorveglianza e controllo delle malattie e mercati.


L’attuale inefficienza di queste infrastrutture limita il potenziale del settore zootecnico della regione. La Svizzera si impegna pertanto a rafforzare tali infrastrutture.
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Un aspetto fondamentale è la gestione delle superfici di pascolo per evitare uno sfruttamento eccessivo e un ulteriore degrado. Da un lato, vengono rispettate e sostenute le consuetudini e le norme applicate localmente per la gestione e l’utilizzo delle risorse naturali; dall’altro, si utilizzano le tecnologie di informazione climatica e meteorologica per migliorare la salute ecologica dei pascoli e ridurre i rischi climatici.
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Ulteriori informazioni:

DSC – Corno d'Africa
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capitolo 1 Einleitung

A sud del Sahara

capitolo 2 Africa orientale e australe

Africa orientale e australe

Progetti

capitolo 3 Africa occidentale

Africa occidentale

Progetti

capitolo 4 Corno e Africa centrale

Corno e Africa centrale

Progetto

capitolo 5 Programmi regionali

Programmi regionali

Progetti

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  • Credits: Action contre la faim Espagne/ACF-E Mali, DEZA/DDC/DSC/SDC, FAO/IFAD/WFP/Michael Tewelde, HEKS EPER/Laëtitia Ntumba, Tree Aid, UNICEF Ethiopia/2022/Mulugeta Ayene